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Un Eco di gloria per la biblioteca fra le nebbia

Umberto Eco

Habemus bibliotecam. Amen.

Così, se ci fossimo trovati nella Città Eterna, ieri pomeriggio nella nebbiosa Alessandria si sarebbe annunciato quello di cui francamente bisognerebbe un attimino vergognarsi di annunciare: l’apertura della biblioteca.

Perchè non lo sapevi? Alessandria, una ridente cittadina (ridente mica tanto ma di solito si dice così, ndr) che conta quasi centomila anime del Basso Piemonte nel Nord-Ovest di una Paese a forma di stivale chiamato Italia, fino a ieri non aveva una biblioteca. Volendo essere sinceri non ce l’ha nemmeno oggi, perchè aprirà al pubblico soltanto martedì prossimo, quella che si è celebrata ieri pomeriggio alla presenza dell’illustre concittadino Umberto Eco è stata semplicemente la cerimonia di inaugurazione.

Bene ti chiederai che cosa ci sia da festeggiare, visto che in ogni comunità che si rispetti c’è una biblioteca civica a cui poter fare affidamento quando ne hai bisogno ed è strano che in un paesotto come Alessandria fino all’altro giorno non c’era.

Anch’io me lo chiedo.

Forse si sarà festeggiato un quinquennio di sciopero forzato della cultura in città. Non credo proprio che quella che si è tenuta ieri, dopo la lectio magistralis su “La memoria vegetale” di Umberto Eco al Teatro Comunale, in Piazza Vittorio Veneto (ristrutturata per l’occasione) alla presenza del Sindaco Mara Scagni (conosciuta ai più come Grande Puffa) sia stata l’esternazione per la gioia di riavere finalmente in città quello che è un sacrosanto diritto di ogni cittadino che vive e paga le tasse in un posto che non è proprio il cucuzzolo di una montagna.

Bene forse se si fosse evitato di spendere e spandere i soldi pubblici per fare piazze, rotatorie, monumenti inutili, fare e disfare lo stesso tratto di strada una decina di volte nell’arco di 5 anni senza risolvere il problema, far progetti per disfare ponti, spremersi le meningi per metter su un sistema per la raccolta dei rifiuti porta-a-porta che penso sia di una perversione tale che solo pochi obrobri possono essere utilizzato come termine di paragone e quant’altro di negativo è stato fatto in questo mandato: forse se si fosse evitato di fare tutto questo e tra le altre cose positive che si sarebbero potute fare, si fosse fatta una semplice, misera, antiquata biblioteca per permettere a tutti coloro ne avessero bisogno di avere un banale punto di appoggio al quale fare riferimento, forse ieri avrebbe potuto anche avere un senso la riapertura della biblioteca nella sua sede storica, ristrutturata a dovere e con quel tocco di tecnologia che non guasta.

Speriamo soltanto che la la “belecalda” (la farinata) fatta dalle sapienti mani dei Savino sia stata almeno buona e gustosa come la leggenda racconta e che sia piaciuta a chi di dovere (vero Umberto!?!).

3 risposte su “Un Eco di gloria per la biblioteca fra le nebbia”

Se magari!!!

La cosa più tecnologica che ci sia credo debba essere una saletta in cui vedere i telegiornali di tutto il mondo.

Il wifi se lo chiedi a qualche rappresentante comunale qui ad Alessandria non sanno nemmeno che cosa sia.

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