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Della Rai, di Sanremo e di cose tristissime

Ridendo e scherzando, quest’anno il sottoscritto compirà 26 anni. In questi 26 anni non sono mai riuscito a vedere per più di 10 minuti di fila un’edizione del Festival della Canzone Italiana in quanto ritengo che sia uno dei peggiori prodotti che la nostra televisione riesca a produrre ogni anno. Pieno zeppo di pubblicità, scenografie faraoniche, fari puntati sui conduttori che stanno volenti o nolenti sempre al centro dell’attenzione, superospiti che potrebbero anche starsene a casa loro risparmiando alla RAI di pagare cachet esorbitanti, canzoni quasi sempre mediocri o pessime, soprattutto quelle che alla fine vincono in base a criteri che ogni anno variano ma lasciano sempre il risultato invariato: al centro del Festival non c’è mai stata la canzone italiana ma tutte le cazzate che orbitano intorno al Festival.

Il bassissimo livello culturale degli italiani medi, quelli che mangiano pane, Grande Fratello, Amici, X-Factor, Ballando con le Stelle, L’Isola dei Famosi, La Fattoria, Uomini e Donne, ecc ecc… fa il resto: in quanto se una trasmissione del genere fa 17 milioni di persone di Auditel devo solo sperare ancora una volta che quest’indice abbia una credibilità pari a zero o che parecchi di quei 17 milioni di telespettatori seduti di fronte allo schermo fossero legati sullo schermo o costretti per lavoro a seguire la manifestaione canora.

Aggiungete a quanto detto sopra che in concorso c’era “Italia, Amore mio“, che raccoglie tutto quello che di peggio possa racchiudere una canzone: dal testo, alla musica per finire con l’interpretazione. La cosa che credo faccia accapponire la pelle è che la suddetta canzone dopo essere stata eliminata, è stata ripescata (meglio non domandarsi come) e poi ha concluso la manifestazione al secondo posto.

L’unica nota positiva da segnalare era la stupenda parodia della canzone del trio Pupo, Principe Emanuele Filiberto, Luca Canonici fatto da Fakemen e presente su Yuotube fino a stamattina quando la censura di mamma Rai ha colpito inesorabilmente. Adesso sul principale portale di condivisione video non è più presente. Fortuna che le vie della rete sono infinite e su Dailymotion è ancora fruibile lo spettocolare video di cui vi consiglio spassionatamente la visione.

La Parodia di Pupo

Mentre sto scrivendo l’articolo noto anche che la censura di mamma RAI è arrivata anche all’originale della canzone sempre per lo stesso motivo, ovvero “Questo video include contenuti di Rai che sono stati bloccati dallo stesso proprietario per motivi di copyright“.

Strano però che si siano affrettati a censurare la parodia mentre la performance originale del trio (rimossa solo ora nel momento in cui sto scrivendo), oltre agli altri centinaia (se non migliaia) di video con contenuti protetti dal copyright di cui la RAI è proprietaria siano ancora fruibili su Youtube tranquillamente.

Meno male che la RAI era diversa da Mediaset nel rapporto che aveva con la rete…

P.S. Se potete non fate sapere a nessuno di quelli che lavorano in Viale Mazzini a Roma che esistono altri portali di condivisione video oltre a Youtube altrimenti il divertimento è finito…

2 risposte su “Della Rai, di Sanremo e di cose tristissime”

Premetto che assolvo anche l’ obbligo di pagare il canone, intestato a mia moglie. Voglio guardare le canzoni del Festival di Sanremo che mi interessano tramite youtube e la Rai me le nega, dicendo che “Questo video include contenuti di Rai che sono stati bloccati dallo stesso proprietario per motivi di copyright”. Copyright di chi? Come posso spiegare alla Rai che il vero proprietario sono io e non loro? Pago il canone Rai, e questi burocrati strapagati mi negano arbitrariamente la visione di una trasmissione Rai tramite youtube? Poi si lamentano che uno scandaglia la rete alla ricerca di modi per diffondere attivamente la libertà di informazione. Ormai i nodi Freenet servono anche in Italia, non solo per aiutare i dissidenti cinesi e iraniani. Eravamo la quinta potenza industriale del mondo..

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