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Il Web 2.0? E’ solo un grande Reality Show…

Oggi dal barbiere mentre aspettavo che arrivasse il mio turno pensavo. Si sembra strano ma a volte capita anche a me di pensare. Quando sono dal barbiere poi con i discorsi strani che si fanno in questo “luogo di perdizione” i pensieri sono più strani del solito. Tra un pensiero e l’altro mi è venuta in mente una cosa che così, su due piedi, è difficile da dire. Facciamo una cosa adesso mi siedo e vi illumino.

Premesso che non ho ben capito ancora cosa sia questo web 2.0, però mi sembra di poter dire che quello che gli addetti ai lavori etichettano con questo acronimo sia la rivoluzione che ha investito il web in questi ultimi anni e che permette praticamente anche ad una scimmia di condividere quello che vuole online in pochi click ed in pochi secondi, cosa che fino a qualche anno prima, ai tempi del web 1.0 era impensabile fare.

La parola d’ordine e condividere e blog, microblog, videoblog, photoblog, social network, podcast e chi più ne ha più ne metta servono a questo: a permettere a chiunque lo voglia di far sapere al mondo intero quante volte è andato al cesso, le impressioni sul suo ultimo acquisto piuttosto che a pubblicare il calendario dei giorni in cui è intrattabile perchè ha le sue cose

Poi chiudo il computer accendo la TV e tra un reality show e l’altro che cerco di schivare mi accorgo che le cose non sono molto diverse. Anche lì ci sono delle persone che per placare le proprie manie di protagonismo si mettono a nudo, più o meno sinceramente e più o meno apertamente, non su un sito web ma sul piccolo schermo. In sostanza cambia il mezzo, la TV da una parte la Rete dall’altra, ma poi alla fin fine la sostanza è sempre quella lì.

Battibecchi, invidia, voglia di vendersi al miglior offerente, falsità ed a volte sincerità, voglia di stare assieme per scoprire le diversità degli altri e via dicendo: tutte cose che accomunano il tanto decantato Web 2.0 al tanto disprezzato mondo dei Reality Show da cui tutti dichiarano di stare ben lontani.

Ora non è che facciamo come la volpe che non può arrivare all’uva e dice che è acerba? Perchè i vari Costantino del piccolo schermo che vengono quotidianamente crocifissi qui e là nella rete non fanno nient’altro che mostrarsi sperando che a qualcuno interessi quello che hanno da mostrare e compri la loro merce. Sul web cambiano i modi, cambia la moneta di scambio ma il fatto che tutto sia improntato verso la condivisione di se stessi sperando che ci sia qualcuno, da qualche parte nel mondo, che sia interessato alla nostra vita (digitale e non) e che “compri” quello che vendiamo mi sembra che ricalca per filo e per segno quello che avviene in TV.

Ora non sono un sociologo nè uno psicologo e credo di averne sparate a sufficienza di cazzate per oggi. Non andrò a fare discorsi qualitativi perchè non mi sembra il caso di farli anche perchè mi andrei a cacciare in guai più grossi di me. A me il paragone Web 2.0 = Reality Show de noi autri mi sembra calzare alla perfezione. Illuminatemi su ciò che non riesco a vedere e sugli orrori che ho detto…

11 risposte su “Il Web 2.0? E’ solo un grande Reality Show…”

@keper

Condivido le tue riflessioni che mi sembrano riassumere le similitudini e le differenze tra due mondi così diversi ma allo stesso tempo simili.

Il mio post era volutamente provocatorio ma vedo che ha dato diversi spunti di riflessione e fatto emergere diversi punti di vista molto interessanti.

L’analisi sembra a primo acchito corretta, ma andando ad approfondire un poco la questione si capisce che esistono due nette distinzioni Davide.
1) La tv è immagine, solo immagine. Non comprende (per i reality intendo) il contenuto, Costantino è criticato, non perché va in tv, ma perché non crea contenuti, è una statua idolatrata. Nel web 2.0, quello comprensivo ANCHE di immagini, si presta prevalentemente attenzione a ciò che si dice. Andrea Beggi non è apprezzato dal lato fisico (e ci mancherebbe, Andrea non me ne volere), ma per quello che riesce a trasmettere umanamente e tecnicamente. Costantino è lì perché è bello. Questo è un valore innegabile che distingue i due media.
2) Il numero di canali a disposizione, togli il fatto che ci sia sky che copre una fetta di 4 millioni di installazioni, la maggior parte degli italiani ha 7 canali a disposizione, solo 7! Il web 2.0 ha tanti di quei canali che si crea addirittura il problema opposto e infatti si parla di blogosfere e non di blogosfera.

Ecco le parti dove non sono d’accordo con te.
Per il resto, diventando il web 2.0 una forma di comunicazione di massa che adegua lo strumento alla sua base culturale.
Tanti si chiedevano quanto avrebbe cambiato la gente il web, io mi chiedo quanto il web cambierà a causa dalla gente.

Ciao Davide,

Sono in parte d’accordo con te e in parte non condivido la conclusione molto drastica…

E’ vero l’epoca 2.0 è l’epoca del potere di parola distribuito, ovvero in cui ognuno banalmente o meno può lasciare traccia digitale di un suo pensiero, utilizzando la vetrina più ammiccante del globo: Internet=connessioni di reti=connessione di punti sparsi nell’universo digitale(e non solo)

Aver tergiversato dalla tv al web gli stessi atteggiamenti(vedi i vari blog su myspace) dei personaggi televisivi, penso sia solo una cattiva interpretazione del web 2.0.

La grande differenza della televisione rimane però il fatto che nel web 2.0 se se un emerito deficiente o dici cose insensate non rimani sulla cresta dell’onda per molto(giusto il momento di essere preso per cretino in web-visione) in tv invece(ahimè) basta entrare nel piccolo schermo per stare su un piedistallo, e non importa che sia cretino, insensato, o meno(anzi più lo si meglio è)…te lo può rappresentare il fatto che in tv non esistono quasi più programi educativi…

Ricorda che la tv negli anni 50 ha avuto una grande funzione di educazione per gli analfabeti che all’epoca era tanti…

La conclusione per sarebbe quindi quella di cogliere la vera importanza del web 2.0(scambio , condivisione, gruppo, cooperazione, brainstorming…),non bisogna quindi pensare che utilizzare il web per fini solo personali possa essere il miglior modo di utilizzare un potente mezzo come Internet.

@Finz e Jazia

La condivisione del sapere, delle informazioni , della conoscenza sul web c’è sempre stata. D’altronde il web è nato per questo: per favorire lo scambio di informazioni/conoscenza tra scienziati del Cern di Ginevra e poi man mano che la tecnologia è diventata a portata di tutti si è “emancipato” anche al di fuori dell’ambito scientifico.

E da sempre gruppi di persone scambiano informazioni tramite per esempio i forum che non sono invenzioni nuovissime. Per non parlare di mailing list, newgroup ecc ecc per non parlare dei portali di informazione che sono sempre esistiti ed oggi stanno solo cambiando nome perchè se sei un “nanopublisher” o un “blogger” è più trendy che essere una redazione che gestisce un “vecchio” portale.

Quello che di nuovo c’è sul web e che molti categorizzano come “web 2.0” è che adesso chiunque voglia lasciare traccia di se nella rete lo può fare semplicemente ed in svariati modi che fino a qualche hanno fa era impensabile anche solo immaginare. Questo ha favorito un ampliamento degli utenti “non passivi” del web, ovvero che generano un qualche tipo di contenuto, e a mio avviso tra tante cose buone ce ne sono altrettante cattive.

Tra i tanti blog che nascono ogni giorno, tra le tante foto che vengono pubblicate su Flickr, tra i tanti video che vengono caricati su Youtube, tra i tanti messaggi che vengono pubblicati su Twitter di molti se ne farebbe tranquillamente a meno e questi strumenti per socializzare sul web stanno diventando sempre di più il raccoglitore di una serie di “stronzate” (passatemi il francesismo) che riguardano per lo più la sfera personale di ognuno di noi e molto spesso sono queste che attirano le masse di “italiani-medi”.

In sostanza il mio post voleva osservare come con l’allargamento degli utenti di internet e del web, che non sono più solo gli scienziati del Cern ma anche la casalinga della porta a fianco (non me ne vogliano le casalinghe, è solo un esempio), sta portando nel web la stessa “immondizia” che c’è per esempio in TV. Quindi forse al posto di indignarsi di fronte ad i tanti contenuti scadenti presenti in televisione ed a esaltare altri mezzi di comunicazione volevo solo dire che forse tutto dipende dalla tipologia d’utenza che un mezzo di comunicazione si ritrova. Ora che il livello culturale degli utenti del web si sta progressivamente abbassando anche i contenuti risentono tantissimo di questo abbassamento.

@Superbisco

La mia era un’analisi del fenomeno “web 2.0” dal lato “consumer”. Non mi azzardo a toccare l’aspetto dal punto di vista tecnico perchè non ho le competenze e la conoscenza necessaria.

Credo che il web 2.0 consista in una filosofia di visione delle interfacce web.

Se parliamo di “lavoro”, di gestionali, è intuitivo capire come per web 2.0 si intenda proprio la riprogrammazione delle interfacce utente. Quello che veniva fatto bene con programmi client (VB6 per esempio) e male con il web 1.0, oggi con l’avvento di Ajax è possibile tornare alla potenza delle applicazioni client server + la comodità (soprattutto economica) dei programmi web server, che non hanno bisogno di installazioni sui pc degli utenti e sono condivisibili da tutti.

La strada è ancora da battere, perchè manca il vero supporto che le aziende vogliono: la possibilità di editare un file excel (p.e.), salvarlo e condividerlo con altri utenti dello stesso gruppo di lavoro.

credo che lo spirito del Web 2.0 non sia farsi gli affari degli altri ma condividere qualsiasi cosa possa essere d’interesse comune (articoli, notizie, conoscenze…) nel modo più semplice e piacevole possibile!

Penso che rispetto ad un reality il web 2.0 riesca a creare informazione. Molti utenti non si limitano a scrivere di se stessi (che per me va anche bene sia chiaro), ma mettono in condivisione le loro conoscenze su determinati argomenti specifici, altri riportano notizie dall’estero favorendone una più ampia diffusione e superando l’ostacolo che comporta il non sapere tutte le lingue del mondo, altri ancora fanno arte. Insomma chi frequenta la rete si incuriosisce e scopre qualcosa di nuovo altrimenti irraggiungibile. Dubito che chi guarda o partecipa a un reality abbia le stesse prerogative.
Per scrivere sto post ho sudato…vado a vedere il day time dell’isola (lo ammetto ancora mi piace…)

@Gigicoco:

Concordo con quanto hai detto. Il problema è che usarla sta diventando sempre più spesso, grazie a questo fantomatico web 2.0, sinonimo di condivisione di se stessi un pò come accade con le debite differenze anche nei reality e la condivisione di se stessi sembra “appagare” e non poco se non altro il proprio ego. Per farla breve sembrano due facce della stessa medaglia.

Poi forse si rimane ci si tiene anche in contatto tra le altre cose ma per quello basterebbe Skype o MSN Messenger e non il web 2.0.

@Napolux

Il premio lo stabilisci tu. Può essere in denaro, in popolarità, in gadgets tecnologici, cene/aperitivi o anche solo in semplice appagamento del proprio “io”. Sapere che c’è qualcuno che non hai mai visto nè conosciuto a cui interessa la tua vita appaga parzialmente la voglia di “mostrarsi” che un pò tutti hanno chi più chi meno. E’ insito nella natura umana.

La mia opinione è che ABITARE la rete costa tempo e fatica. E non sempre da risultati tangibili. A volte per emergere fra gli ABITANTI (pochi) induce a fare i tronisti 🙂

Usarla, come fa il 99% della popolazione, forse, permette di stare più a contatto con la realtà (real-life, inomma)
I miei due cents.

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