Se non mi seguite solo ed esclusivamente via feed vi sarete sicuramente accorti: da un pò di tempo a questa parte sto sperimentando qualche sistema di revenue pubblicitario pay-per-click, . Fino ad esso i risultati sono stati discreti se si conta il fatto che è tutta una sperimentazione fatta per rendermi conto se quello che si dice e si scrive in giro è vero oppure sono solo numeri sbandierati tanto per fare parlare di sè. La sperimentazione ha dato risultati discreti perchè per l’appunto è stata condotta senza criterio di causa o come dico io “alla cazzo di cane” (perdonatemi il francesismo).
Per chi non se ne fosse accorto, fino alla settimana scorsa stavo testando esclusivamente Adpinion, un cirtuito pubblicitario pay-per-click ancora in fase beta che presenta esclusivamente annunci illustrati (banner) con una grafica particolarmente curata che, a detta di AdPinion. dovrebbe catturare l’attenzione degli utenti. In effetti è stato così perchè il click ci sono stati ed i guadagni, seppur modesti, pure. Il problema fondamentale per cui ho deciso di abbandonare Adpinion è fondamentalmente perchè ha soltanto annunci in lingua inglese e visto che da queste parti i visitatori sono perlopiù italiani, dopo un primo boom di click dovuto al fattore novità il fenomeno si è affievlito fino a scemare a livelli che mi hanno portato alla decisione di provare altri circuiti.
Nonostante la sperimentazione di Adpinion sia durata poco e sia stata condotta svogliatamente, ho comunque raggiunto e superato la cifra minima per cui scatta il pagamento e AdPinion è stata precisa e puntuale inviandomi l’assegno con il dovuto che è arrivato a casa dopo pochi giorni direttamente dalla San Fancisco dove ha sede l’azienda californiana. Da questo punto di vista nulla da eccepire: una puntualità ed una serietà davvero rare in questo settore unite anche ad un pizzico di simpatia visto che assieme all’assegno era presente un simpatico augurio di buon anno.
Veniamo alle note dolenti: l’assegno era stato emesso da Bank of America, era compilato a meno e la cifra era in dollari. Sinceramente ero conscio del fatto che ci sarebbero state delle spese rispetto ad assegni emessi in euro e da istituti bancari italiani e/o europei. Infatti quando mi sono recato presso la mia banca per cambiare l’assegno e versarlo sul conto ho fatto presente la cosa a scanso di equivoci, tanto che dopo essermi fatto una fila di mezzora alla cassa me ne sono dovuto rifare un altra perchè per gli assegni esteri bisognava recarsi presso un’altra cassa che è sempre chiusa e che viene aperta solo se c’è qualche rompipalle come il sottoscritto che ha bisogno di versare un assegno estero.
Già questo fatto di per sè non mi è andato tanto giù. La mia banca, casomai non l’aveste capito, è BNL che è stata recentemente acquisita dal gruppo BNP Paribas che è uno dei più grandi istituti bancari a livello europeo. Io abito ad Alessandria non a Canicattì sul cucuzzolo della montagna e ad Alessandria c’è un’unica agenzia: grande, grossa bella ma ce ne è solo una. Possibile che non ci siano i fondi per avere una cassa per le operazioni estere sempre aperta? Mah…
Detto questo, una volta arrivato alla cassa compilo la distinta per il versamento degli assegni esteri e nel contempo chiedo al cassiere quanto si paga di commissioni per l’operazione. Lui mi guarda ed un pò titubante mi risponde che sono 1,50 euro ad assegno. Io mi faccio due calcoli e mi dico, tra me e me, che tutto sommato mi è andata bene perchè la mia è una signora banca.
Qualche giorno dopo vado a controllare sull’estratto conto e vedo che l’assegno mi è stato versato ma ci sono quasi 5 euro di discrepanza tra quello che dovevano versare e quello che mi hanno versato. Si saranno mica sbagliati? Possibile. Decido quindi di andare a chiedere. Vado dal mio tutor, anzi dalla mia tutor e a quanto pare ne sa meno di me. Chiedo ad un cassiere e niente: come se parlassi arabo. Chiedo ad un altro, peggio di andar di notte. Mi rimane il capo-cassiere ma anche lui alza le braccia al cielo e non riesce ad essermi di aiuto. In pratica l’ufficio ed il personale che si occupavano di queste operazioni con l’estero è stato chiuso nella mia agenzia.
Ripeto io vivo ad Alessandria assieme ad altre 100.000 persone (più o meno) ed in città c’è una sola agenzia. Alessandria è una Provincia e neanche tanto piccola, tanto per rendere l’idea: possibile che non si riesca a tenere aperto un ufficio in cui andare e poter effettuare operazione del genere nonchè essere informati? A quanto pare in tutta l’agenzia ed in tutta la città ci sono solo 2 impiegati che possono essermi di aiuto, quelli che prima erano all’ufficio per le transazioni con l’estero che adesso è stato chiuso, e sono tutti e due contemporaneamente a casa in malattia. Ciumbia che organizzazione!!!
Fatto sta che dopo diversi giorni riesco a parlare con una delle due persone sopracitate che mi informa che per gli assegni con valuta estera e non riscuoltibili presso nessuna agenzia di nessun istituto bancario italiano in pratica si paga 1,55 euro più un minimo di commissioni per la negoziazione di 4,13 euro.
Voi capite che per una cifra piccola (meno di 30 dollari) con i tassi di conversione da strozzini che hanno le banche per le valute, un minimo di 4,13 euro a cui va aggiunto ancora 1,55 euro, per me quell’assegno più o meno equivaleva a carta bianca. Voi sapete vero cosa ci faceva Totò con la carta bianca? Tirate voi le conclusioni…
14 risposte su “Come farsi derubare da un ente chiamato Banca”
Scusa ma ti lamenti per soli 4,13 euro e fai addirittura un post intitolato “Come farsi derubare da un ente chiamato Banca” per incassare un assegno estero in valuta non Euro? Avrei capito se fosse stato un assegno italiano e in Euro, ma non in questo caso….. Ti è andata molto bene, oggi incassare un assegno estero costa mediamente 8-15€ (indipendentemente dal valore dell’assegno) + altri costi e SOPRATUTTO quello che influisce di più è la VALUTA……..
Condivido solo lo scarica barile effettuato dai dipendenti della banca, tipico del sistema italiota ! ! !
@andrea
Scusa ma il commento era finito tra la spam per via del link.
Si il problema sta tutta nell’interpretazione. Comunque credo che se le entrate rimarranno quelle che sono (ovvero poche) mi sa che avrò poco da preoccuparmi.
Grazie dei consigli comunque
😉
@ Davide
si, tutto si gioca sul fatto di lavoro occasionale, solo che a giudizio dei commercialisti che ho consultato e dell’agenzia delle entrate il lavoro occasionale deve essere appunto occasionale, un sito invece ha un’organizzazione stabile, gli annunci sono visualizzati sempre…non importa quando scrivi gli articoli…i guadagni li puoi avere sempre e non sono meramente occasionali.
Per tagliare la testa al toro ti dovresti rivolgere all’agenzia delle entrate…sono loro che fanno i controlli e che ti possono multare, io l’ho fatto e la risposta è stata come quella dei commercialisti.
Purtroppo la legge va interpretata, e molti commercialisti non sanno nemmeno cosa significa avere un sito con annunci pubblicitari, ma siccome io non sono un esperto ti rimando qui.
@Andrea
Io mi sono rivolto un commercialista e per sicurezza anche all’Ascom e mi hanno assicurato che se le entrate non superano i 5000 euro all’anno e il lavoro non è continuativo (io scrivo saltuariamente e senza alcuna regolarità) rientro nell’area no tax.
A tutto questo si aggiunge il fatto che il sito ed il server (di conseguenza anche i contenuti nonchè gli spazi pubblicitari) sono negli Stati Uniti quindi volendo l’attività ed il guadagno viene effettuata all’estero e in uno stato con una giurisdizione ben di versa da quella italiana e7o europea.
Questo ripeto è quando mi hanno detto sia il commercialista che l’Ascom