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Mannaggia al Sarbanes-Oxley Act

Stai tranquillo non è una bestemmia e neanche un’ulteriore conferma che sono uscito completamente fuori di senno. Magari ne avrai già sentito parlare e ti stai facendo quattro risate sulla tuo confortevole poltrona girevole davanti al monitor del tuo computer. Se sei completamente all’oscuro di che cosa sia il Sarbanes-Oxley Act apri bene le orecchie o meglio strabuzza bene gli occhi, concentrati e leggi quanto segue.

802.11n logo

Ma veniamo al nocciolo della questione. All’ultimo Macworld, quello in cui è stata presentata un’anteprima dell’iPhone, la Apple ha introdotto diverse novità tra le quali una delle più interessanti è stata sicuramente l’Airport Extreme che si basa sul protocollo 802.11n che si trova al livello 2 del modello ISO/OSI (piccolo Andrea Beggi crescono, ndr). La cosa interessante è che teoricamente parlando questa novità permetterebbe di raggiungere velocità di trasferimento prossime ai 250 Mbit/s che sono esattamente il doppio rispetto a quelli raggiungibili con lo standard 802.11g (125 Mbit/s) che sino a poco tempo sovrano regnava in cima agli standard dello IEEE per quanto riguarda le reti wireless.

Tutta questa premessa che cosa c’entra con questo benedettissimo Sarbanes-Oxley Act ? Stai pensando che come al solito sto parlando del più e del meno. Non è affatto così. Con l’introduzione dell’Airport Extreme infatti la Apple dovrà preoccuparsi di dotare i computer che usciranno dalla casa di Cupertino con il marchio della mela da ora in avanti, di schede di rete wireless che supportino tale standard per permettere ad i propri affezionatissimi utenti di andare più veloci nelle comunicazioni senza fili. E chi ha già un computer della Apple cosa dovrà fare? Se il computer non è recentissimo dovrà sicuramente dotarsi di dispositivi di rete che gli permettano di sfruttare questo nuovo standard (adattatori USB, schede di rete wireless PCI o PCMCIA e via dicendo).

Se però possiedi già un MacIntel con processore Intel Core 2 Duo non ti devi affatto preoccupare: hai già tutto quello di cui hai bisogno già all’interno del tuo computer. Dove sta l’inghippo? Semplice per colpa di questo stramaledettissimo Sarbanes-Oxley Act l’aggiornamento software per sfruttare quello che tu già possiedi (e che quindi hai già pagato) sarà a pagamento. Parrebbe infatti che si sono ricordati solo ora alla Apple che negli USA esiste una legge per cui tutte le società quotate in borsa (quindi non c’entra se il prodotto è comprato da cittadini non USA) devono chiedere un pagamento per abilitare via software componenti hardware precedentemente non attivi ma installati.

Fortunatamente non possiedo un Mac così recente. Il mio Mac più nuovo è un misero MacBook con Core Duo quindi non potrò sfruttare con l’hardware a disposizione le potenzialità delle reti che usano il protocollo 802.11n. Spero solo che ci si dimentichi molto in fretta di questo Sarbanes-Oxley Act (che già dal nome è tutto un programma) perchè altrimenti bisognerebbe sperare che tutti gli aggiornamenti firmware che verranno rilasciati in futuro, vadano a tappare qualche falla preesistente altrimenti bisognerà metter mano al portafoglio per averli. Se si considera quanto costa mediamente un Mac tutto ciò è un pochino fastidioso.

Voi che ne dite?

Una risposta su “Mannaggia al Sarbanes-Oxley Act”

Caro Davide Salerno vedi di informarti meglio!
La Sarbanes Oxley Act non dice affatto ciò che cerchi di far comprendere (anche male) ovvero che impone l’obbligo di far pagare una fees. In poche e povere parole, la Sarbanes Oxley Act (comunemente chiamata in gergo Sox) è una legge americana che chiede a tutte le aziende quotate a New York di monitorare i propri rischi connessi alle frodi aziendali identificando attività di controllo mirate a eliminare o mitigare tali rischi. In pratica, la legge obbliga le aziende quotate al NYSE di dimostrare all’investitore e ai revisori di bilancio che fanno qualcosa al fine di non riportare poste errate o false in bilancio.
La tua accusa può essere più o meno giusta ma sicuramente non dipende dalla Sox ma da scelte che, direttamente o indirettamente, dipendono dalla struttura commerciale.
Scusa la precisazione ma non trovo giusto alimentare disinformazioni.

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